River
Netflix colpisce duro. Un’altra serie, anzi miniserie, profonda e senza mezze misure per raccontare storie che riescono ad afferrare la nostra attenzione e obbligarci a non mollare questo canale che sempre di più conquista il cuore della passione dei fan delle serie televisive.
River è un investigatore della polizia inglese, molto bravo con un piccolo problema. Qualcosa che scopriremo quasi subito nel primo episodio, qualcosa che gli autori faranno evolvere nei sei episodi e che viene però utilizzato dagli autori per orchestrare la regia e stupirci continuamente. River ha allucinazioni quasi costanti, parte degli episodi sono caratterizzati da dialoghi con allucinazioni che ci vengono mostrate come se invece fossero autentiche. Le allucinazioni sono amici, criminali, persone tutte morte sulla strada di River, senza che per questo ne possa essere il responsabile. Probabilmente la causa è il senso di colpa oppure l’insoddisfazione di un Mondo che non comprende, ma quelle allucinazioni lo aiutano a ragionare.
D’altra parte per River sono autentiche ma tutto questo non impedisce di muoversi in modo convenzionale o non convenzionale tra le intricate trame di crimini più o meno complessi, ma soprattutto scoprire una rete di inganni e intrighi che alla fine lo coinvolgono più di quanto pensi.
E le sue visioni, le allucinazioni sono qualcosa di più di semplici messaggi del subconscio…
Andrea Grilli