Star Wars VII – Il risveglio della Forza
di J. J. Abrams, con Daisy Ridley e gli attori degli episodi IV, V e VI.
Trent’anni dopo eccoli sempre lì pronti a combattere, pronti a difendere una idea di libertà che Impero prima e adesso Primo Ordine vogliono cancellare.
J. J. Abrams affronta tutte le difficoltà che un brand come questo pone a un autore e riesce magistralmente a rilanciare tutta la saga, vecchi attori e personaggi compresi, senza perdere gli elementi fondanti della serie.
Il conflitto padre-figlio, l’amicizia, la libertà, il coraggio, la Forza… gli archetipi sono riproposti senza timore, cercando di adeguarli allo storytelling che si evolve formalmente che nella sostanza deve fare i conti, dalle prime storie orali della Storia umana, con schemi semplici e lineari, dove sono le emozioni a guidare il ritmo.
Ma il futuro sono loro, non la complessità e i “casini” causati da adulti troppo complicati, troppo poco onesti nel loro agire. Presi da logiche complesse.
Perché la Forza si risvegli, c’è bisogno di energie nuove, di nuovi sentimenti, puri, liberi, onesti nel loro trasporto verso qualcosa e qualcuno.
Forse solo ora avremo la Fine della saga. Come in Lost, anche in Star Wars la soluzione è in mano a nuove forze. Abrams non manca mai di raccontare il passaggio di consegne tra vecchie e nuove generazioni.
I personaggi introdotti sono tanti, ma tutti ben strutturati, tondi nella loro complessità e ricchezza emotiva.
Qualcuno potrebbe storcere il naso per la ripetizione di certi elementi o soluzioni, come
I suoi nemici credono fortemente negli ideali per cui combattono, che siano affetti per singole persone come sentimenti universali. È questa la loro Forza.
È questa la Forza della saga di Star Wars.
J. J. Abrams lo sa perché è cresciuto come noi dentro questa saga. Anche lui come noi sente la Forza risvegliarsi.
Andrea Grilli
Han Solo muore.