Favole a colori
di Jean De La Fontaine e Marc Chagall, Donzelli.
Nel 1668 Jean De La Fontaine inizia a pubblicare raccolte di favole ispirate alle opere di Esopo, Pedro ed Epicuro, prosegue nel 1679 scrivendo un corpus di opere, potremmo dire moralistiche che attraverso la voce degli animali approfondiscono l’animo umano e le relazioni sociali.
Spesso Jean De La Fontaine ha toni troppo moraleggianti, spesso fa riferimento a una visione statica e gerarchica della società, ma si tratta anche di un autore del 1600 con tutti i limiti dell’epoca.
Nel 1867 Dorè illustra le fiabe di Jean De La Fontaine, ma nel 1926 e poi successivamente nel 1927 Marc Chagall inizia a illustrare alcune favole e prosegue negli anni, a cui seguono mostre dedicate agli stupendi animali favolistici.
Va sottolineato che la Donzelli ha pubblicato una edizione aggiornata nelle traduzioni, grazie al lavoro di Maria Vidale, lavoro in alcuni passaggi un po’ localizzato, ma nel complesso uno splendido lavoro che cosente di leggerle in un linguaggio moderno.
Va detto che il vero autore del libro è Marc Chagall con le sue illustrazioni, senza per questo sminuire l’autore francese.
Si tratta di illustrazioni fortemente colorate, vive, ricche, vivaci, che provocano e stimolano l’occhio. Il volto rosso di coloro che vogliono causare un danno come nella favola del Cigno e il cuoco, reiscono a comunicare non solo l’evento ma anche la volontà, il desiderio dell’uccisione. I papagalli, come l’elefante, sono ricchi di pennellate rapide e veloci di colori che ne esaltano la vivacità e l’immagine trionfale che possiamo avere di quegli animali.
La produzione di Chagall fu richiesta da Vollard nel 1926, l’anno dopo si realizzano ben tre mostre che vedono tutta le opere vendute e di fatto sparire dal circuito museale e galleristico. Quando nel 1995 sarà organizzata una mostra su Chagall con 36 opere originali e 10 riproduzioni. Ecco perché anche questa edizione delle favole di Jean De La Fontaine è monca, ma fondamentale per dare un senso storico e artistico al lavoro commissionato da Vollard
Rimane misterioso perché la Donzelli abbia aggiunto elementi non presenti nella edizione francese, ma non aggiungono e non tolgono qualcosa al valore dell’opera.
Andrea Grillli